Quando il tintinnio dei
pensieri disturba la mente lontana
provi a ricacciare nelle
tasche, assieme alle briciole,
quelle zanzare poco educate.
Ma
scivolano tra le nocche,
liquidi distillati di affanni
e pertanto incomprimibili,
non domabili, accomodanti
fintanto che pare a loro.
Inciampi quasi sempre nelle due
loro forme peggiori, quelle
più viscide: mattinieri e serotini.
I primi attendono sereni
che tu cali al suolo il primo
piede per agganciarvisi
appesantendolo, asimmetrico, disarmonico
per il resto della giornata.
Più svogliati gli altri,
rimangono ad attenderti là
dove più dovresti essere
al sicuro.
Al tepore delle coperte
sfregano gli arti rattrappiti
progettando l’assalto vespertino.
Non hanno fretta…
Sanno bene che il compito
è stato svolto a puntino nelle
prime ore dai fratelli.
E solo
quando levi quei vetri consunti
che appoggi sulle narici
lasciando il solco
pe(n)sante sui seni,
realizzi che sono i graffi
tracciati sulle lenti
dai sassi schizzati di fronte a te
e null’altro…
Ritorni a respirare…