Risacca #9

Il tempo che dedichi, il tempo che hai dedicato e quello che dedicherai. A chi, per cosa?

Non ci pensi ora: ti sembra di averne tanto. Non lo conti ché come hai finito di raggruppare un mucchietto di 60 secondi, ne hai un altro da raggruppare dovendo abbandonare il primo. Come colorati shanghai abbandonati alla gravità si sparpagliano con un rumore nemmeno troppo fastidioso. E così continui a passare di mucchietto in mucchietto. Quando, ormai stanco di questo continuo affannarti ad erigere pire malferme, ti distacchi ed osservi attorno a te spiegando finalmente lo sguardo…ti meravigli di quante bacchettine sei riuscito a far cadere. Quante sei riuscite a sovrapporne una sull’altra in un modo tanto naturale e spontaneo che quasi par opera di una mano che non ti appartiene e che più eterea aveva già disegnato la trama. Sapiente.

Non puoi fare a meno di notare come esista ogni tipo di figura: ogni angolo è rappresentato, ogni poligono ha trovato un suo posto più o meno inaspettato, l’accostamento cromatico non ha nulla a che invidiare allo stagno delle ninfee. Piccoli tratti giustapposti a dare un quadro magnifico…o quasi…sembra che un bambino cattivo si sia in realtà sadicamente trastullato a manomettere quell’armonia. E non capisci che quel bambino sei proprio tu…la tua parte innocente…la tua parte senziente. Quella che quando prende il sopravvento regala i bastoncini all’amico, alla persona amata. Non solo: dal mucchietto pesca sempre i bastoncini con valore maggiore, quelli che sono solitamente i più colorati. Li ruba ai mucchietti tenendoli in serbo per il momento migliore, quello in cui vedrà la sorpresa ed il sorriso di chi riceverà quel magnifico pezzettino di legno. Queste piccole pennellate rubate al quadro lasciano dei buchetti qui e lì. Picchiettature mancate a mostrare la ruvida tela. Mi accorgo di quanto sia stato solerte il mio bambino e di quanto sia ancora attivo nella sua opera di sottrazione. Non si aspetta di ricevere altri shanghai in cambio. Così lascia che l’opera della sua vita rimanga incompiuta in molte parti per rendere ancor più armoniosa e colorata quella di chi lo circonda.

Mi manca il fiato a rendermene conto. Deglutisco per ricacciare i conati quando mi sorprendo dei secondi donati quando avrei dovuto trattenerli più stretti tra i polpastrelli. Tasselli di un mosaico prezioso lasciati scappare. Prestati a fondo perduto a decorare le volte di dimore sfarzose altrui. Potrei godere di uno spettacolo completo, mentre la mia mano quando scorre sull’opera musiva inciampa su mille e poi mille scalini. Una puntina di un giradischi che salta continuamente.

Quando imparerò a giocare a scacchi?

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