Onda #19

Ed è questione di tempo:

quanto a lungo sappiamo resistere in un abbraccio,

quanti giorni lasciamo distruggere dalla tristezza,

per quanti secondi riusciamo a fissare le nostre iridi in quelle di fronte a noi.

Lasciamo che le candele del tempo si sciolgano

e la cera ci incolla le dita allo stelo di quei barlumi.

Noi prestiamo attenzione a quel minuscolo stoppino

e non vediamo il Sole alle nostre spalle.

È questione di tempo:

per quanti minuti al ogni giorno ascoltiamo il metronomo dell’anima,

quante volte facciamo crollare la certezza dei nostri sentimenti,

quanti anni vorremmo poter riaggiustare.

Le lancette ballano sincopate attorno allo stesso istante

e non conosciamo quale ingranaggio sia inceppato.

Appoggiamo l’orecchio al nostro polso,

sordi al respiro di chi conosce i confini della nostra disperazione.

È questione di tempo:

quale istante culliamo nel cuore come più caro,

quale pomeriggi mancano al nostro spirito,

quali tramonti passati abbiamo deciso di non voler più rivivere.

I granelli fanno a botte per passare nel collo più stretto

fino ad incepparsi, tumefatti, ormai imbelli.

Tremiamo della mancanza di quel minuscolo fluire

e ci siamo dimenticati come interpellare la Luna in cammino.

È solo questione di tempo,

prima di renderci conto di non averne speso a sufficienza.

E ci abbandoniamo spesso al miserere dei tardivi penitenti

con la borsa piena di quel soldo anelato eppure bistrattato.

È questione di saper gioire nel tempo più perfetto:

adesso.

È questione di saper riconoscere il momento migliore per sorridere:

ora.

È questione di saper essere riconoscenti nell’istante più consono:

sempre.