Risacca #6

Vorrei entrarvici con tutta la testa. Scoppietta di fronte a me implacabile. Divora le assi immolate a sacrificio di un animo in cerca di serenità. Un ritorno alle origini. Rassicura col suo colore inafferrabile.

Come ogni elemento della natura è un mirabile sonatore, capace di toccare concerti mirevoli. Conosce accordi che esulano dal pentagramma, accarezza ogni legnetto sapientemente, ne saggia la consistenza arrotolandovisi attorno fino a farne scaturire la nota più perfetta. Soffia nelle cavità più sottili. Gonfia le bolle fino a farle scoppiare. Spezza i rami più secchi con freddezza simulata. Accompagna ogni sinfonia con i giochi pirotecnici più imprevedibili e sincronizzati che si possano immaginare. Lascia scatenare nuvole di fumo sapientemente, per poter riflettere su di esse l’arancio caloroso. Lo sguardo si sofferma…sulle volute delle fiamme come su quelle di un mare burrascoso. Non sono troppo diversi alla fine. Le eminenze della Terra sono intrise del divino in egual misura. E Lui ha bene imparato le sue mosse…sa come scuotere ed ammaliare gli animi gentili. Le linee curve sono le più intriganti. I colori mutevoli accompagnano l’osservatore nei giochi di toni. I rumori improvvisi e roboanti rinfiammano l’animo nel momento di disattenzione. Gli odori marcati ed evocativi trascinano per mano lo spirito.

2015-07-16 22.10.12

Cambiano le scale, cambiano i colori, cambiano le note…ma chi ha imparato l’arte sa bene come fare ad impressionare. Così col Fuoco la natura ci ha donato un Mare portatile.

Possiamo mettere in scena la nostra piccola tempesta scatena-emozioni alla bisogna. Possiamo scatenare coscientemente uno sconvolgimento del nostro io. Quale potere più grande potremmo chiedere? Se non quello di poterci infliggere passioni smisurate senza nemmeno far ricorso ad usi interni…basta una frizione sufficientemente elevata, per dirla alla chimico, poi, un po’ di carburante e del comburente. Il gioco è fatto…il triangolo si chiude sulla nostra coscienza, ad estirparne i mali amplificandoli. A rasserenarci terrorizzandoci. Io siedo di fronte ad uno dei meravigliosi portali dell’inferno e lo sbeffeggio a distanza. Tengo un bicchiere di vino in una mano: godo dei riflessi animati dalle lingue ardenti. Nell’altra mano un pezzo di cartone. Lo disturbo il Divino. Lo solletico sbuffandoci dell’aria sopra. Quando sembra che stia per abbandonare i suoi compiti, stanco forse di servire l’egoista anima che gli siede di fronte…beh…io…sfacciato…lo ravvivo…gli ricordo che sono lì per lui. Per il suo calore che anche in piena estate riesce a scaldarmi. Per il suo arancione che, anche nelle tenebre, mi ricorda di quante sfumature possano esserci di un solo colore. Per il suo rumore di casa. Per il suo odore……non ne ho ancora parlato. Eppure sapete bene quanto gli odori mi piacciano. Per quanto tempo posso rimanere ad annusarmi il dorso delle dita dopo esser stato di fronte a questo emissario del Divino. Odore anche questo di famiglia. L’odore delle feste. L’odore dei pomeriggi spensierati a festeggiare mentre la carne si arriccia smagrendosi. Il pensiero passa subito al rumore della bottiglia di birra che si stappa. Il fragore della risata sincera di un amico che scherza in maniera forse troppo pesante. Ma che in quel momento non è giudicabile. Il giudizio viene sospeso. Tutto diviene possibile di fronte al fuoco. Ogni animo si ristora. Ogni fantasma viene stanato e bruciato. Gli amanti non possono non abbracciarsi di fronte a cotanta potenza. Il fuoco è capace di esaltare anche questo di sentimento. L’amore. Anzi. Il fuoco è un po’ Amore portatile. Da accendere alla bisogna. Amore per se stessi…amore per i proprio essere. Possiamo coccolarci nelle fiamme. Possiamo lasciare che il sibilo del giunco troppo verde per bruciare adeguatamente ci sussurri i suoi sentimenti all’orecchio. Possiamo rimanere ad ammirare ogni suo movimento con tanto ardore senza timore di poter sembrare troppo lascivi. Dobbiamo abbandonarci alla sua bellezza…ed alla sua fragranza inconfondibile…che sapremo riconoscere in qualsiasi parte del mondo. Sapremo ravvivarlo con i giusti strumenti e conoscendo i tempi corretti. E quando, infine, anche l’ultimo ramoscello a nostra disposizione sarà terminato, e nemmeno il più feroce sventolare potrà riportare in vita la fiamma, dovremo imparare a godere di quelle ancora calde braci…che ancor più importanti sono della fiamma viva. Che quelle braci sanno cucinare le prelibatezze migliori. Magari ci vorrà del tempo per addentare quel succulento pezzo di carne. Ma sarà quello cotto a puntino. Quello che al termine del pranzo ci farà rimanere seduti al desco, per gioire di un altro bicchiere di buon vino. Quello invecchiato a dovere. Quello che i contadini non mettono che sulle proprie tavole. Che conservano per gli amici fidati. Per le compagne fedeli…quel bicchiere che tutti vorrebbero bere. Perché è quello che verrà ricordato ad ogni cena…un po’ nell’invidia generale. Quel bicchiere per cui gli animi gentili potrebbero gettarsi nelle fiamme.

2015-07-15 23.48.44

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