Risacca #4

Cresce, cresce senza sosta dentro di me un senso di appartenenza universale. Una pianta dalle radici poco profonde, capace di attechire senza dover affondare i fittoni in maniera irreversibile.

La sofferenza di una partenza è nota a tutti. Sradicare una pianta dal sofficie terreno su cui il seme primo è caduto, affondato ed è stato coccolato tra tepore e sapienti docce…beh…provoca uno stress non indifferente. Le foglie senton mancare le loro forze, si flettono sullo stelo, cercano di minimizzare lo sforzo e si lasciano trascinare dalla gravità. Nello strappo alcune radici sono mozzate irreparabilmente, lasciano nel terreno fertile piccoli e preziosi pezzetti. Per quanto amore ed attenzione si possa porre nel traspianto, la clorofilla è destinata a pedere la sua lucentezza…almeno per un periodo, per un momento, più o meno lungo.

Così, trasportare un’anima distante dalla propria tana naturale che è la famiglia provoca una sofferenza innegabile. Il viaggio è duplice: fisicamente sta avvenendo un trapianto e contemporaneamente la mente esplora ogni suo angolo. Scartabella frenetica tra gli schedari impolverati a marcare ogni punto lasciato in sospeso, dal terrore di trovarsi altrove e spogliati delle proprie conoscenze, alle luminosissime aspettative che bucano il cielo alto. Non si giunge ad una conclusione…si sta solo a dondolare in questa altalena di pensieri che ci porta ad intermittenza ad essere irrimediabilmente malinconici od invidiabilmente positivi. Ma il trapianto di un’anima in un nuovo terreno è quanto di più fantastico possa avvenire…per quanto possa ingrigirsi inizialmente e lasciarsi accartocciare le foglie, un’anima che si rispetti impara presto quali sono le ore della giornata in cui il sole risplende più forte in quell’angolo di mondo, quali sono le mani che la sanno innaffiare con sapienza, quali gli insetti che beneficeranno del vederla rigogliosa e quali approfitteranno di lei, suggendone la linfa silenziosi. Un’alma che sia tale capisce che per quanto abbia abbandonato il suo terreno naturale, nel suo nuovo habitat può soltanto arricchirsi. Il sole alla diversa latitudine la riempirà di sfumature e screziature di cui le sue compagne non potranno fregiarsi. Il vento che soffia in un’altra direzionen e con inusitata forza piegherà le foglie con una curvatura del tutto nuova, diversa, unica. L’acqua più minerale ne renderà lo stelo più robusto, pronto ad affrontare con misurata protervia le spirotrombe indesiderate. Contemporaneamente quei frammenti abbandonati nel traspianto non rimarranno a marcire. Ma saranno seme per piccoli cloni, copie perfette che cresceranno ad allietare con la loro sempiterna presenza coloro che abbiano conosciuto l’anima prima della partenza. Nulla venga sprecato. Che quando si riesce a lasciar un pezzetto della propria radice nel cuore di una persona, si va ad arricchire il giardino segreto di questa: ci porterà per sempre nel suo percorso e di tanto in tanto avrà persino piacere di fermarsi un attimo ad ammirare le nostre venature. Non posso pensare a nulla di più emozionante ed appagante: di esser parte dell’aiuola delle meraviglie di un’altra anima.

E’ una continua scoperta quella che accompagna le mie giornate. La scoperta di spiriti più o meno belli, alcuni con un’affinità inaspettata, altri che so lasceranno il segno in me quanto un’orma può fare sul bagnasciuga. La scoperta di profumi completamente nuovi, da cui mi lascio investire e che catalogo non troppo scientificamente, accatastandone le boccette alla rinfusa, mentre alcune mi si rompono ai piedi con un rumore familiare e mi trascinano in luoghi distantissimi e non sempre piacevoli. Spesso mi riportano naso a naso con persone che vorrei solo ricacciare assieme al loro odore nelle boccette. Altre volte accarezzano il mio braccio dalla spalla alla punta delle dita a darmi un brivido di piacere. Più che dalle immagini, un’anima come la mia è scossa e guidata dagli odori. Proust lo sapeva bene e si lasciava coccolare dall’aroma delle mandorle. Io rivivo ogni giorno pezzi del passato solo immaginando un profumo. Ed è ogni volta uno strattone fortissimo quello che ricevo quando una fragranza nota mi pervade le narici.

Ecco, raccolgo boccette. Questo fa la mia anima. Le etichette sono superflue. Perché il più delle volte quelle boccette altro non sono che il profumo dei fiori di quelle piante che compongono il giardino segreto del mio cuore. Sono un osservatore affascinato di ogni foglia e petalo. Di alcune piante potrei ripercorrere a memoria le curve dello stelo. Ed è incredibile come i fiori più belli nascano da quelle in cui una recisione ne ha determinato un repentino quanto seducente ripiegamento. Quando le foglie sono state spesso mangiucchiate da bruchi impertinenti. Me ne innamoro…ahimè quanto facilmente. L’imperfezione muove il mondo…e la mia anima con lui.

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