Notturno batuffolo ti dondoli
a tastar silente, ché timoroso,
l’umettato suolo. Esponendoli
gli aculei ti fan criniera, orgoglioso.
Sorrido nel tendere la mia mano.
Basta saperti lisciare nel verso
esatto, impavido cuore gitano.
Temi ed aneli tutto l’universo.
Buffo t’inflati. Inutile è con me.
Ancor mi sciolgo sospingendoti oltre
il misero scalino. Gratti l’artiglio
sul cemento. Eppur riprendi cipiglio.
Non ti rivolti, ed abbassi la coltre.
Dondoli ancora avanzando. Io sorrido.