Risacca #34

Lasciate che il mondo giochi ad origami con la vostra pelle. Lasciate che pieghi a valle ed a monte l’epidermide vostra a formare piccole onde sulla liscia superficie. Lasciate i fogli della vostra anima a disposizione di quella nuvola di Anima che pervade tutto. Ha piccole dita, talvolta minuscole, in ogni dove. Io le vedo e sento tutti i giorni. Mi lascio toccare, pizzicare, arricciare. Mille volte lo fanno mentre le cuffie mi coprono le orecchie. Altrettante volte le lascio divertire quando tu mi abbracci respirando a fondo. Spuntano senza preavviso, mentre odoro il verde che danza al soffio di Zefiro, mentre mi compiaccio del perfetto incontrarsi delle linee al punto di fuga sulla tela. Germogliano dalle mattonelle su cui fogli riempiti di lettere sono stati appiccicati. Calano su di me come algide impercettibili falangi coordinatissime mentre rugge la volta. Quando i numeri si rincorrono e ricorrono. Quando ridi senza ritegno. Quando mi capisci. Mangiando. Giocando. Ballando. Sognando.

Sai quante sculture smontabili di carta ho avuto sulla mia pelle? Te quante ne hai avute? hai mai avuto paura che ti si potesse sciogliere il delfino che ti hanno piegato addosso? Sciogliere sotto la pioggia insistente e salata? Le fibre sfaldate dal caldo fiume, mentre il peso della vergogna gli schianta le pinne. Hai mai lasciato che tutte le piccole manine dell’Anima ti piegassero i fogli dell’anima? La tua carta è forse troppo spessa per poterla piegare a dovere e solo ottusi bordi ne risultano, mentre le dita concertano il movimento per poter muovere anche un poco soltanto il tuo Io.

Io mi lascio piegare. Lascio che il mondo si diverta. Pensi le sue ben curate unghie comunque non mi abbiano mai strappato o lacerato?! Sai cosa faccio in questi casi!? Rimbocco gli orli malconci all’interno. Prima che se ne accorgano. Prima che possano averne un pochino pietà (o forse sdegno). Risulta perfetto l’esterno. Solo tu conosci i luoghi in cui la mia anima si è ripiegata su se stessa perché sgualcita dalla vita. Non te li devo nemmeno mostrare. Osservi dove lo spirito sia rigonfio. Poggi i tuoi palmi, sicuri. E la mia prima inaspettata incertezza cede il passo alla sospirata tranquillità. Lascia che ora io ripari alle pieghe infelici che ho avuto l’ardire di eseguire sul tuo foglio nocciola.

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