Risacca #8

Arriva quando vuole e se ne va altrettanto improvvisamente. Buffo…

L’ispirazione alla scrittura è un po’ come una magnifica anima che si affaccia al nostro desco lasciandoci il boccone quasi di traverso. Ci riprendiamo a malapena con un buon bicchiere di vino. Ha appena scelto noi. Me. Mi sta fissando con i suoi occhi screziati. Non serve che mi parli. Si siede al mio tavolo e mi accompagna nella serata con i suoi sguardi. Chiude gli occhi per infondere il suo potere nelle altrimenti goffe dita. Vorrei questo momento non finisse mai. Mi coccolo il trasporto. Il respiro è sincopato e la testa si fa leggera. E’ come fare l’amore per la prima volta con un cuore puro.

Sa come muovere ogni mossa delicatamente, appoggiandoci la testa al cuscino piano, disponendo i capelli ad incorniciare il volto sapientemente. Rallenta il suo respiro. Avvicina la mia mano al suo petto ed in un momento di magia i battiti si armonizzano. Il ticchettio dell’orologio appeso si dilata, risuona ogni tre secondi, poi dopo venti…infine svanisce. Allargando quel momento nell’infinito istante di perfezione. Il corpo diviene luminosamente lieve, che nemmeno Newton ardisce a tentar di trascinarlo al suolo. Un’estatico slegarsi dei sensi, che si fondono, a farci assaggiare i sapori di tutte le sfumature, c’invitano ad avvicinare l’orecchio ai più bei quadri, mentre tastiamo avidi le note sul pentagramma del piacere. E’ un turbinio composto, che ci acceca…scompone i nostri iridi per ricostruirli un po’ più screziati.

Sono la tela perfetta che il Divino usa a suo piacimento. Passeggia per i fatti suoi…annoiato…svogliato…attende…poi si ricorda di aver lasciato i suoi colori aperti a seccare. Si precipita alle tele e distribuisce una meravigliosa pennellata apparentemente a casaccio. Altre volte infuriato si lascia trasportare e squarcia un poco la tela. Poi ci picchietta sopra con tanto colore, a formare un ruvido grumo. Un’opera in continuo divenire. Scanzonata e disordinata. Ogni esperienza della nostra vita è una pennellata sapiente, uno squarcio violento, un maldestro tentativo di rattoppare un buco…seppure potrebbe sembrare impossibile, ognuno di questi eventi va a creare sulle tele dei capolavori inimitabili. Sono le mani del Divino che creano delle opere d’arte dove ogni solco è una mirabile dimostrazione di maestria. Gli occhi più belli sono infatti quelli dove il colore diventa materia, guizza a formare anfratti increspati e creste sottili. Questi sono gli occhi dove più violentemente il Divino ha messo mano nei suoi incontenibili scatti d’ira. Dove cumuli di colore sono stati lasciati ad asciugare al sole più ardente. Dove gli strappi sono stati più profondi e cadenzati. I colori sono stati accostati scegliendo almeno cento diverse sfumature, una per ogni emozione provata da quegli occhi. Sono cangianti per questo: la luce vi rimbalza casuale e l’umidità gioca a cambiare il colore percepito. Non sono mai uguali giorno per giorno. Questi sono gli occhi di cui mi innamoro. Vorrei diventare lo studioso dei tuoi occhi, il più accanito ricercatore di tonalità delle tue iridi, saper interpretare come ogni piccolo cambiamento di dimensione e sfumatura rifletta i tuoi pensieri più veri. Non puoi nasconderli: nemmeno il più bravo attore potrebbe dissimulare i cambiamenti di queste dinamiche lenti di emozioni. Ed io sono nel fuoco di queste: mi lascio incendiare dai sottili raggi dei tuoi sentimenti.

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