La cerniera dell’amore

Passeggio per quelle strade ammantate di foglie arancioni e gialle e marroni. Alcune sono sollevate dalla brezza fredda canadese. Altre rimangono a terra appiccicate al suolo, umide. Il foliage che adorna le strade sparpagliate sulle rive del Rideau canal di Ottawa durerà pochi giorni e per questo ne faccio una scorpacciata con gli occhi avidi. Picchiettate del pennello divino intinto nei colori della vita. Una pittura grumosa e materica le chiome. Le foglie a terra sparpagliate, come se il colore fosse stato poggiato su di uno spazzolino e poi le setole carezzate vigorosamente. Sbuffi di colore leggero sul tappeto erboso. È fresca l’aria ed il sole ricama il contorno delle nuvole mentre precipita lento. Cammino sul ponte pedonale con le cuffie sulle orecchie e sorrido. Sorrido perché mi accorgo che il mio cuore è dolcemente coccolato attraverso gli occhi, le orecchie, le narici. Ogni senso è una porta aperta al balsamo dell’antropico paesaggio. Trovo decadentemente romantici persino quegli stucchevoli lucchetti appesi al parapetto del ponte. Quasi tutti ormai arrugginiti invero, come tante di quelle relazioni in cui gli amanti o gli amici avevano riposto incredibile speranza, ma che essi hanno poi visto tramontare come il sole in quest’ora. O che si sono accontentati di trascinare, fino a perdere il fiato, le forze e le speranze.

Però non c’è spazio per i pensieri tristi in questo perfetto dipinto. Lungi da me guastare la festa in questa ridda di emozioni gioiose. Ho imparato a ringraziare più che a lamentarmi, a sorridere anziché incupirmi, a donarmi invece che risparmiarmi. Ho imparato tutto questo a cuore aperto, a cuore sanguinante. Mentre cammino per quel tragitto, che ormai già mi appartiene dopo pochi giorni di vita in una nuova città, ripercorro i tragitti della mia anima. Saltello sulle persone che lastricano il sentiero della mia esperienza accucciandomi ad estirpare quei piccoli ciuffi di gramigna che fanno capolino tra una lastra e l’altra. Sono felice! Ho costruito la mia strada ed ora la percorro e ripercorro. Ora conosco le sue asperità ed i suoi pericoli.

Dopo tanto peso nel cuore, mi rendo conto mentre il vento mi sferza le guance che ho imparato a conoscermi. Alzo la testa un po’ di più allora, un po’ più orgoglioso. Giusto in tempo per godere della scena più dolce: un ragazzo, avrà forse trentacinque anni, guanti in pelle, sciarpa ed un cappotto lungo fino ai polpacci. Mi ricorda un pochino Norman, nell’ultimo film di Richard Gere per l’abbigliamento. Appena uscito dal ristorante. È lì con la sua compagna probabilmente: una donna è affianco a lui, anch’essa appena sopra la trentina. I loro volti tradiscono l’origine indiana. Ma non ne sono poi così certo: qui è tutto un adorabile miscuglio dopotutto. Ma non è questa donna che attira la mia attenzione. E nemmeno quella del ragazzo. Questi è tutto concentrato su di Lei. Sua Madre. Come sono sicuro di questa parentela? Non posso sbagliarmi e di questo SONO certo. Ho visto gli occhi del giovane quando lei stava lottando con la cerniera del suo giubbotto. Ed ho visto quelli della Donna quando lui si è avvicinato con mollissimo fare per prendersi cura di quella cerniera. Ha sollevato il cursore appena sotto al nodo della sciarpa ed ha avvicinato la sue labbra alle rughe del viso amato. Il movimento più naturale per concludere quel gesto, come chiudere il bottone automatico in cima alla cerniera di un vestito. Così il ragazzo aveva ermeticamente sigillato l’amore per sua madre, la quale poi si era incamminata verso la macchina con suo marito, il passo incerto, le braccia leggermente allargate per mantenere l’equilibrio, i miei occhi caldi e colmi di lacrime di ancor più grande gioia.

A quel punto mi risveglio dal sognante sonno in cui sono caduto per un attimo. Mi sistemo la cerniera e continuo la mia camminata sino al portone di casa. Ho appena realizzato una nuova verità sul mio sentiero: finché ci saranno cerniere da chiudere su questa Terra non credo potrò provare odio. Sorrido e ringrazio ancora una volta.

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Un pensiero riguardo “La cerniera dell’amore

  1. Fortunatamente le cerniere le puoi trovare un pò su tutto: vestiti, pantaloni, giacconi, caldi maglioni di lana e chi più ne ha più ne metta. Singolare come un sì piccolo e di uso comune gesto, possa essere articolato in un fiume di parole, emozioni sincere e sentimento. E’ questo che intendo:
    “aspetto delle cose varia secondo le emozioni; e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà, magia e bellezza sono in noi.” (Kahlil Gibran)

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