Occhi socchiusi e pesanti corrono
lenti sui binari. L’anima poggia
incerta sul saltellar monotono.
Tutto ristà, in stabil precarietà.
Tralicci nascondon la loro foggia
tra le foglie mosse lente, mentre un tuono
invita a goder del dramma la pioggia.
La quiete prima dell’urlo di pietà.
S’apre la porta ad ingollar persone,
una torma informe ed appiccicosa,
odioso frastuono, spregevol puzzo.
Un guizzo d’arte, di sole uno spruzzo,
tra la melma incede fatal, preziosa,
sol unico fuoco nel pesto agone.