Cartone e polvere.
Latte di caffè, latte di biscotti
ripiene di bottoni
ora ammantati di odori.
Trasportano nelle città brulicanti,
che sussurrano al petto di calmarsi
mentre stringono le dita
com legacci attorno al centro della vita.
Un trattore e granelli di polenta,
filo da pesca e gessetti consumati
dallo troppo sfregare sui marciapiedi delle anime,
alcune gentili, altre attempate.
E tu guardi tutto,
i polpastrelli secchi, sgualciti dal mondo.
Scendi le scale,
risali i gradini.
Le formiche sono impervie ai tuoi strilli.
Cinque chiavi arrugginite,
una bussola smagnetizzata e gusci di noci:
vestigia abbandonate avvolte dai rovi.
Aumenta il volume del suono del mare
e così ti fermi,
ti abbracci e dondoli tra tacco e punta.
Una lisca di pesce, ossi di seppia,
un velo di sabbia che dorme sereno.
Lenzuola di conchiglie e legnetti spezzati
si conficcano testardi tra le dita dei piedi.
Il giro del mappamondo in 80 secondi,
nessuno in giro a tenere il tempo.
Disorganizzi la scatola senza ritegno
nella convinzione
di averci lasciato meridiane e pomeriggi.
Non hai più trovato le prime,
desisti dal cercare i secondi