Onda #26

Cade al suolo
dal lenzuolo il pensiero di te.
Nemmeno fa un suono
e rimane intatto, perfetto sbaglio.
Quando finalmente tornerai a modellare la tela
ed il tuo respiro sarà uno col mio,
leggero, pesante, e poi leggero ancora,
ecco, solo allora potrò abbandonarmi senza timore.
Il manto delle mie scelte ci abbraccia forte,
di notte,
di giorno,
in egual misura.
Soffocano i sogni seminati con poca cura
lungo il ciglio del sentiero
battuto da merli, cinciallegre, e passeri a rotazione.
Scaccia le bestiole,
raccogli quei semi,
mettiti alla ricerca di terreni meno esposti.
La borsa dei sogni non ha fondo, questo te lo concedo,
ma nel fondo dell’anima, poco a poco, si accumula
spesso
un tappeto di polvere e farina di stanchezza
che col tempo ovatta i suoni,
sino a rendere gli strilli ed il bellissimo cantare dell’amore
un debole mugugnare.
Fino a che non ci dimenticheremo le note delle nostre voci,
e lasceremo tra i giunchi la speranza
di veder crescere i giovani nespoli.

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